Quando si parla di Bahamas, si pensa generalmente a Nassau e poco altro, meta preferita tra gli americani in cerca di relax e tappa fissa per ogni crociera dei caraibi. In tutte le isole dell’arcipelago il mare cristallino e le spiagge bianche sono un marchio di fabbrica, ma le isole più gettonate e frequentate sono anche quelle che per noi hanno meno appeal: non fraintendeteci. Affrontare una traversata oceanica per rinchiuderci in un resort che, per quanto super accessoriato, lussuoso o servito, possiamo trovare anche in Costa Smeralda non è nelle nostre corde. Anni fa con lo stesso criterio, decidemmo di visitare le Isole Vergini Americane, di cui parliamo in questo articolo, e restammo assolutamente soddisfatti. Exuma è pur sempre un’arcipelago battuto dai turisti, ma che, a parte due grossi resort di lusso praticamente contigui, conserva un suo carattere particolare: piccoli hotel, bed and breakfast o appartamenti gestiti da locali. Anche questa volta Instagram fu galeotto: le foto in circolazione sui social con maialini che sguazzano nelle acque turchesi hanno svegliato la nostra curiosità.

Per raggiungere quest’isola (che in realtà è un piccolo arcipelago composto da tanti “Cays”) il modo più veloce è un aereo da Miami o Fort Lauderdale, generalmente di quelli a elica con una trentina di posti. Volo breve e con un prezzo ragionevole se prenotato con qualche mese di anticipo (Sylver Airways più conveniente rispetto a Bahamasair sulla base della nostra esperienza). Una volta atterrati in quel minuscolo fazzoletto chiamato aeroporto, un’auto a noleggio è l’ideale per girare l’isola in autonomia. Tenete presente che è lunga 60 km e quindi con l’auto diventa tutto molto comodo da esplorare. Si guida a sinistra. Anche qui in base alla nostra esperienza abbiamo trovato più conveniente affittare l’auto direttamente dai proprietari del nostro appartamento, rispetto alla compagnia di autonoleggio classica. Molti host sono dotati di auto private da noleggiare ai clienti durante la loro permanenza, a prezzi convenienti e con maggiore flessibilità rispetto ad un autonoleggio. Per quanto riguarda la sistemazione noi abbiamo scelto il bed and breakfast Turtle’s Nest, dove Beatrice e Mark hanno creato alloggi deliziosi per i loro ospiti, immersi nel verde dell’isola, ma a pochi passi dai servizi principali. Trovate qui tutte le informazioni a riguardo.

Premesso che il mare è bello ovunque (e quando diciamo ovunque, intendiamo ovunque!), abbiamo deciso di iniziare la nostra esplorazione dalle spiagge del lato nord:
Cocoplum beach: una lunga spiaggia di sabbia bianca, dove le basse maree creano lingue di sabbia nel bel mezzo del mare a orari alterni. L’acqua è trasparente, non sfugge alla vista nessun pesce, conchiglia o stella marina presente sul fondale sabbioso. Un vero paradiso, che tanti scelgono come location per le cerimonie nuziali. Quando la marea è alta, le lingue di sabbia spariscono: vanno controllati gli orari migliori per godere appieno dello splendore di questa spiaggia.

Emerald Bay: una piccola ansa riparata e intima appena dopo i due grossi golf resort dell’isola. Ottima nelle giornate di vento, per poter stare tranquilli sdraiati senza correre dietro ai teli volanti. Sul colore delle acque inutile soffermarsi…la solita meraviglia! Nel terreno che separa Emerald Beach dalla strada c’è un campo da basket, per chi volesse abbinare un po’ di attività fisica.

Hoopers Bay: la baia in cui abbiamo lasciato il cuore è questa. Vuoi perchè vicina al nostro alloggio, vuoi perchè è stata la prima vista al nostro approdo sull’isola, Hoopers Bay ci ha davvero conquistati! Percorrete il piccolo sentiero in discesa dalla strada (sulla strada si trova il cartello beach access), ma non fermatevi: proseguite a destra attraversando 2/3 pontili (privati), per arrivare più o meno a metà della spiaggia. Tra i pontili si aggirano moltissime tartarughe marine, molto curiose, ma soprattutto…affamate! Portate con voi dei crackers o delle foglie di insalata, diventeranno vostre amiche in un attimo! Occhi sempre ben aperti perchè, sia per la presenza delle tartarughe, sia per il quantitativo di pesci in acqua, è facile che qualche squaletto si spinga quasi fino a riva; più volte ne abbiamo visti ad un passo da noi.

Jolly Hall Beach: questa spiaggia è ottima come rifugio nelle giornate di vento, perchè molto riparata, ma sufficientemente ampia da non riempirsi mai di gente….anzi! Un porto sicuro per gli indecisi e per i più pigri, poichè molto vicina alle comodità del centro. Le piante sullo sfondo offrono riparo per la pausa pranzo e nelle ore più calde.Tenete presente che nessuna di queste spiagge finora descritte è attrezzata, per cui portatevi il necessario, incluso cibo e acqua necessari per trascorrere la giornata.

Tropic of Cancer: percorrendo l’unica strada in direzione sud si raggiunge quella che è una tra le spiagge più belle al mondo. Vi si affacciano numerose ville e guesthouse, ciononostante c’è spazio per tutti! Sabbia che pare farina setacciata e mare turchese, con un piccolo chiosco all’ingresso, gestito da locali. Il percorso un po’ tortuoso da fare in auto prima di parcheggiare vale sicuramente il viaggio. Ottima per gli amanti del kytesurf.

Una cosa che abbiamo appreso frequentando l’isola è che alcune spiagge cambiano faccia a seconda dell’andamento delle maree; questo non vuol dire che in alta marea l’acqua diventa color Naviglio sforzesco, ma che, talvolta le spiagge perdono quella spettacolarità tipica della bassa marea. Tenete d’occhio le maree qui ad esempio.

Escursioni ai Cays: arriviamo alla nota dolente, ma solo a livello economico, della vacanza. Il biglietto aereo per Exuma non basta per la visita ai tanto fotografati maialini. Per arrivarci, solo via mare, è necessario noleggiare una barca, a costi proibitivi se non siete in grandi gruppi ed in grado di gestire un’imbarcazione in autonomia, oppure partecipare ad una classica escursione giornaliera, organizzata dalle varie compagnie locali. La cosa positiva è che si tratta sempre di escursioni a numero di partecipanti contenuto, max 10/15 persone, e non di barconi stracarichi di gente come il più delle volte siamo abituati a vedere. Tra le tante noi abbiamo scelto Aquaquest, su consiglio dei nostri ospiti. La giornata in barca costa circa 250 USD a persona ed è la spesa più grossa di tutto il viaggio, ma ne vale assolutamente la pena. La durata è di 8 ore circa, la navigazione parte dal Barraterre dock e i punti di interesse sono moltissimi. La navigazione tra le acque trasparenti si interrompe a Iguana Bay lisola delle iguane; Norman’s Cay dove un aereo appartenente al cartello di Medellin di Pablo Escobar affondo’ negli anni 80 per il carico eccessivo; Musha Cay, l’isola di proprieta’ di David Copperfield; il piccolo porto di Staniel Cay, dove si puo’ nuotare con gli squaletti; Thunderball Grotto,  set della Underwater Battle di 007 e la tanto attesa Pig Beach (Big Major Cay)….la più gettonata.

La leggenda narra che un gruppo di pescatori portò sull’isolotto alcuni maialini per poter avere di che vivere durante la permanenza. I marinai tuttavia non fecero più ritorno e i maiali riuscirono a sopravvivere. Oggi è una delle classiche attrazioni turistiche che riscuote molto successo: i poveri maiailini si sono dovuti adattare a condizioni di vita diverse da quelle convenzionali, ma allo stesso tempo sono molto coccolati dai guardiani dell’isola e dai turisti che portano loro cibo in quantità!

La parte più affascinante del tour è stata la sosta prolungata su una delle tante sand bar (lingue di sabbia) che popolano l’arcipelago: acque cristalline, tranquillità e colori mai visti prima.

Ci sono poi altre escursioni da Exuma, fattibili anche in modo autonomo e senza necessità di grosse spese. Ad esempio quella a Stocking Island, per la quale basta prendere un taxi boat dal porticciolo principale di George Town e che vi porterà dritti all’isolotto animato da Chat’n’ Chill. Uno dei posti che non avremmo mai voluto lasciare, un’isola felice: il complesso Chat’n’Chill, dove letteralmente si va per “chiacchierare e rinfrescarsi”, è balneabile gratuitamente. A patto che si faccia una consumazione al baretto in legno: una coca cola, un bahama mama (immancabile cocktail locale!), o una stratosferica conch salad preparata al momento. Lasciatevi ipnotizzare dai ragazzi che la preparano con maestria a ritmo di musica; nel frattempo giocate un po’ con le razze che nuotano vicinissime a riva. L’ennesimo angolo di paradiso offerto da Exuma!

Shopping e alimentari: per quanto concerne gli aspetti pratici del soggiorno segnaliamo che a parte il centro di George Town, dove si concentrano praticamente tutti i servizi e gli esercizi, ci sono più o meno a metà dell’isola due market per i generi alimentari: Smitty’s e Exuma Market’s. I prezzi non sono come quelli dei nostri supermercati ovviamente, tutto importato, ma per essere ai Caraibi diciamo che abbiamo visto di peggio! La frutta, le bevande, i cibi per colazione e le uova si acquistano a prezzi ragionevoli. Se scegliete una soluzione in appartamento ad esempio, l’ideale è partire con alcuni alimenti confezionati da casa (pasta/riso/tonno) ed acquistare i freschi in loco.

Per quanto riguarda i ristoranti ci sono diverse soluzioni per tutte le tasche, dipende da quello che cercate. Segnaliamo uno su tutti Big D’s Conch Shack affacciato proprio su Cocoplum Beach.

 

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