Dopo l’articolo dedicato alla capitale malese, ecco finalmente anche quello con le tappe del nostro itinerario estivo! Dopo esserci documentati su alcune guide, abbiamo deciso di esplorare il Borneo nella parte malese dell’isola, muovendoci sulle lunghe distanze con voli interni.
Ma andiamo con ordine.
Premettiamo che, al momento in cui abbiamo prenotato, i voli per spostarsi tra le varie zone avevano dei prezzi decisamente accattivanti: quello meno caro, lo abbiamo pagato 28 euro, quello più costoso all’incirca 60. La nostra compagnia di riferimento è stata sempre Airasia, che offre solitamente la stessa tratta più volte al giorno, ma abbiamo visto che anche Malaysian Airlines aveva voli frequenti dagli stessi aeroporti. Insomma, più voli al giorno ci sono, meglio è: se nella sfortuna il vostro volo viene cancellato, c’è maggiore possibilità di essere riprotetti sul volo successivo, sempre lo stesso giorno!
Kuching
Il nostro primo volo interno ci ha portati dalla capitale KL a Kuching, una città davvero sorprendente, oltre ad essere un’ottima base per fare alcune escursioni. Qui abbiamo trascorso tre giorni pieni, dividendoli tra la città e la visita del parco nazionale Bako.
La cittadina, oltre ad essere conosciuta come la città dei gatti (ve ne accorgerete dalle numerose rappresentazioni/statue in giro per le strade) ha un lungo fiume davvero suggestivo, attorno al quale ruota tutta l’attrattiva turistica.
Il palazzo del governo, bellissimo di giorno, ma meraviglioso di notte, il ponte che collega le due sponde, lo spettacolo di fontane sullo sfondo della Moschea Masjid Terapung (detta anche la moschea flottante) e il giardino delle orchidee sono tutti molto vicini, cosa che rende la città comodissima da girare a piedi!
La Carpenter Street, anch’essa nella stessa zona, conduce invece al quartiere dei locali, delle botteghe, dei ristoranti e, per chi non ne potesse fare a meno, di un centro commerciale.
Il Bako National Park, una delle tappe imperdibili del nostro tour, si raggiunge proprio partendo da Kuching, con un GRAB, in soli 40 minuti. All’ingresso c’è una sorta di visitors center, dove oltre a vendere i biglietti per l’ingresso al parco (costo di 4 euro circa), si prenotano anche le imbarcazioni per raggiungerlo. Sì, questo è l’unico modo di accedere alla riserva naturale. Per tutto quello che riguarda l’organizzazione della visita al Bako dedicheremo a breve un articolo a parte, poiché in rete non ci sono molte informazioni: raccoglieremo quindi tutto quello che secondo noi occorre sapere prima di partire! Al Bako la nostra giornata è stata molto intensa, tra itinerari a piedi e incontri molto fortunati con diverse specie, soprattutto le gettonatissime scimmie proboscide!
La seconda ragione per cui fare base a Kuching si rivela interessante è la vicinanza al Semenggoh Sanctuary, un parco interamente dedicato agli orango, dove essi vivono liberi nel loro habitat naturale, seppur monitorati da rangers. Molti di questi esemplari sono stati sottratti alla cattività o semplicemente trasferiti qui a seguito del progressivo disboscamento, in favore della sempre più diffusa coltivazione della palma da olio. La particolarità del parco è quella di avere alcune piattaforme, dove in due momenti della giornata i rangers dispongono il cibo per gli orango: nei pressi di queste piattaforme, a distanza di sicurezza, i visitatori possono fermarsi ad osservare gli animali che si nutrono. Ma non è detto che questo accada. Se gli animali non hanno fame, oppure si trovano in altre parti del parco, non vengono forzati: l’ingresso insomma, non costituisce garanzia di avvistamento! In caso di mancato avvistamento, è offerta la possibilità ai visitatori di tornare in un altro momento, senza pagare nuovamente l’ingresso. L’emozione del primo incontro con gli orango è indescrivibile e, a nostro avviso, uno dei momenti migliori di tutto il nostro viaggio malese. Trovate tutti i riferimenti per l’ingresso al parco qui https://sarawakforestry.com/semenggoh-nature-reserve/
Kota Kinabalu
Seconda tappa e secondo volo interno da Kuching a Kota Kinabalu, zona che abbiamo deciso di visitare perchè tra le più frequentate dai turisti. Qui ci sono diverse spiagge, un piccolo centro da visitare e alcuni mercati, oltre ad essere la base per l’escursione al Tunku Abdul Rahman National Park che comprende le isole di: Palau Manukan, Palau Mamutik, Palau Sapi, Palau Gaya e Palau Sulug. In questo caso, per l’escursione alle isole, abbiamo scelto la formula delle imbarcazioni a fermata multipla, disponibili al porticciolo, che ci ha permesso di visitarne tre. Ci sono anche formule con più soste, ma onestamente tre ci sono sembrate più che sufficienti a riempire la giornata. Sconsigliamo quindi di correre come pazzi per voler vedere tutto, senza di fatto fermarsi mai per godersi le varie isolette.
Diciamo che abbiamo cercato di alternare natura e mare, per avere una panoramica di tutto quello che queste zone hanno da offrire. La permanenza a Kota Kinabalu è stata soltanto di due giorni, dal momento che una giornata intera è sufficiente per la città e dintorni, l’altra serve per fare un’escursione in barca. Alla sera vi consigliamo di fare una puntatina anche la spiaggia di Tanjung Aru per l’ora del tramonto, non ve ne pentirete!
Sandakan
La terza regione che abbiamo esplorato è quella del Sandakan, nella regione del Sabah. Se leggendo il nome state pensando a Sandokan e alla famosa serie che guardavano le vostre nonne….sì, arrivava da lì! Qui si trova l’altro parco dedicato agli orango, sulla falsariga del Semenggoh, che per ovvi motivi abbiamo deciso di non visitare, il Sepilok Rehabilitation Centre. Se avete avuto sfortuna al primo tentativo a Kuching, questa è l’occasione per riparare! Il secondo parco, per il quale abbiamo optato, è stato invece il Bornean Subear Conservation Centre , che funziona più o meno come i parchi degli orango, ma ha la particolarità di accogliere i piccoli orsi malesi con malformazioni, malattie o menomazioni che impediscono loro una vita al di fuori di un ambiente protetto. Oltre agli esemplari più deboli, in generale questo centro accoglie anche orsi sani, nell’ottica di preservare questa specie ormai considerata a rischio estinzione. La progressiva deforestazione e la caccia diretta sono le motivazioni alla base di questa situazione. Il percorso per i visitatori qui è su passerelle retate che costeggiano le varie parti di parco: ovviamente qui non è possibile il contatto “senza reti e protezioni” come per gli orango, pertanto si cammina letteralmente sopra le aree dove vivono gli esemplari, senza invadere il loro spazio. Trovate tutte le informazioni qui, anche per eventuali adozioni a distanza!
Piuttosto che la cittadina centrale di Sandakan, che ha davvero poco da offrire a livello turistico, salvo una piccola passeggiata lungomare attrezzata con food truck, vi consigliamo di visitare l’antico villaggio di Sim Sim, meglio conosciuto come il villaggio di palafitte. Le origini di questo agglomerato di baracche, che ad oggi si presenta con tetti in lamiera, alloggi talvolta poco curati e in alcuni punti in condizioni davvero precarie, risalgono alla fine del 1800. Oggi vi risiedono per lo più i malesi di origine cinese, svolgendo le loro attività principali: la pesca, la ristorazione e la raccolta di perle di mare. Molti turisti si recano qui per la freschezza del pesce servito, altri, come i sottoscritti, per mera curiosità. Passeggiare sui pontili e conoscere la abitudini di vita di questa fetta di popolazione è stata una bella esperienza, ci sentiamo di consigliarvelo!
Kinabatangan River
La nostra tappa successiva è stata dedicata alla giungla e alla possibilità di passare 48 ore alla ricerca di flora e fauna sul fiume Kinabatangan. I River safari sono molto gettonati e quindi consigliamo di prenotarli con largo anticipo rispetto alle vostre date di viaggio. Le diverse compagnie che offrono questo servizio (a dire il vero non ne abbiamo trovate moltissime in rete!) vi verranno a recuperare nel vostro alloggio di Sandakan e vi porteranno sulle sponde del fiume, in alloggi immersi nella giungla. Le sistemazioni sono in ostelli, dormitori, oppure cabine private affacciate sul fiume; i programmi offerti prevedono uscite in barca tra alligatori e uccelli di ogni genere e specie, oltre a uscite a piedi in notturna per gli avvistamenti di scimmie, rettili e insetti. Le sistemazioni sono piuttosto spartane, gli orari da rispettare per le uscite non sono di certo quelli di una vacanza dedicata al relax, ma vale assolutamente la pena provare! Lasciamo di seguito il link al sito che ci è stato utile per la prenotazione dell’alloggio: https://www.river-junkie.com/kinabatangan-river.html.
Semporna
Veniamo alla parte meno avventurosa del nostro itinerario, il relax finale sulle spiagge delle isole raggiungibili da Semporna. Da questo porticciolo partono tutte le escursioni per le tantissime isole del Mare Cinese meridionale: noi abbiamo scelto Timba Timba, Pom Pom e Mataking il primo giorno, Sibuan, Mantabuan e il trekking a Bohey Dulang che, ahimè, e’ stato annullato causa maltempo il secondo giorno. Le altre isole raggiungibili da qui, considerate paradisi per lo snorkeling, ma che per mancanza di tempo abbiamo tralasciato sono le isole Sipadan e Mabul. Per quanto riguarda Semporna precisiamo che si tratta di un porto e nulla più: 4/5 catene internazionali per cibo e caffè e poi il caos assoluto. Traffico, smog, cani randagi ovunque e varani giganti a spasso sui marciapiedi: insomma non esattamente quello che ci aspettiamo da una località considerata balneare! Per quanto riguarda le escursioni, organizzate abbastanza bene, ma a nostro avviso molto caotiche in alta stagione, siamo rimasti un po’ delusi. Le isole toccate meritano certamente di essere preservate e protette meglio di quanto non venga fatto ad oggi: la plastica in mare e la poca cura per l’ambiente qui si può toccare con mano ed è un vero peccato. Tra le varie compagnie, davvero tutte analoghe, noi abbiamo scelto https://sunbeartt.com/collections/semporna-tours?srsltid=AfmBOorif2eCVMdaVIb5VIfMGDHG1eYkcACnpHZRMFY4e2YTxHOxsh3Q
Tenete presente che queste formule sono di fatto le uniche percorribili per i turisti: diffidate di chi vi offre passaggi privati, rischiando di incorrere in bagnarole poco sicure in mari sempre piuttosto imprevedibili. A titolo informativo specifichiamo che solo su alcune di queste isole è possibile alloggiare, ma per ragioni di budget noi abbiamo deciso di non farlo; valutate!
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