Neanche disfatte le valigie e ci mettiamo subito all’opera, travasando il contenuto dei nostri appunti di viaggio in una serie di articoli su questa isola meravigliosa: partiamo da quello che sta alle basi, cercando di darvi qualche dritta su come organizzarlo. Snoccioleremo poi, nei prossimi giorni, ciascuno dei punti più interessanti, uno a uno.

QUANDO ANDARE. Per prima cosa diciamo che avendo vissuto questa esperienza nel mese di agosto, i nostri consigli si riferiscono a questa stagione e che le condizioni meteo sono le più favorevoli ad un on the road completo islandese. Le numerose strade sterrate o impervie in estate sono tutte aperte, il che fa evidentemente la differenza. Partiamo poi dal presupposto che un viaggio di questo tipo vada organizzato abbastanza nel dettaglio e che conviene prenotare con molto anticipo sia le sistemazioni, che il mezzo con cui muoversi.

MEZZO DI TRASPORTO. La scelta del mezzo è sostanzialmente quella tra van/camper e auto:in entrambi i casi stiamo però parlando di mezzi 4x4. Il camper, o van che sia, permette di risparmiare sulle spese del pernottamento, rinunciando a qualche comodità, ma offre anche il vantaggio di poter cambiare programma inaspettatamente, o regolarsi strada facendo su un iter di base (ad esempio se ci si accorge di essere stanchi e volersi fermare prima, oppure se trattenersi in un posto che ci è piaciuto di più). Per quanto riguarda l’auto, non in tutte le strade sterrate occorre il 4x4, ma, avendolo, si è certi di poter andare ovunque: non di rado troverete dei piccoli guadi o fiumiciattoli da attraversare, davvero bellissimo! Come compagnia di noleggio sconsigliamo (al momento in cui scriviamo) la tradizionale Rentalcars, quanto invece suggeriamo gli autonoleggi locali come Northbound o Lava, che trattano prevalentemente 4x4 adatti alle strade islandesi. Peraltro anche questi siti offrono la cancellazione gratuita e, avendoli provati, sappiamo che non prenderete fregature!

PERNOTTAMENTO. Per quanto riguarda le sistemazioni avrete ampia scelta, anche se i costi non sono affatto bassi: giocare d’anticipo in questo caso è importantissimo. Tra le sistemazioni con bagno privato e quelle con bagno in comune c’è una differenza di prezzo di circa il 25%; se optate per l’ostello le cifre diventano più che ragionevoli. Da provare l’esperienza in cottage, ma anche quella in guesthouse presso una fattoria locale, davvero uniche! Se avete seguito il nostro itinerario sui social, avrete capito a cosa facciamo riferimento. Se avete l’opportunità di scegliere strutture con colazione inclusa, prendetele al volo: aggiungere la colazione costa dai 10 ai 16 euro per persona! Detto ciò, moltissime guesthouse mettono a disposizione dei clienti la cucina, dove potersi preparare caffè e colazione in tutta tranquillità. Per la prenotazione ci siamo appoggiati per la gran parte al solito Booking.com, dove ormai si trovano anche host privati e alloggi tipici di ogni genere.

 

VITTO. Qui apriamo un argomento dolente: i costi del vitto in Islanda. L’isola di per sè, importando tutto, è carissima, quindi bisogna organizzarsi per non lasciarci un rene durante la vacanza! Noi abbiamo optato per una spesa fatta a casa, nei limiti di quel che la nostra compagnia aerea ci permetteva di imbarcare. Cibi tipici di una cucina da campeggio, come pasta e sughi pronti o risotti in busta, scatolame come tonno o legumi, piuttosto che biscotti e crackers. Per le cose fresche ci sono diversi supermercati, ma il più conveniente e vicino alle nostre abitudini è certamente la catena Bonus. L’unica cosa che non dovrete mai comprare (altrimenti gli islandesi vi guarderanno male alla cassa!) è l’acqua: quella del rubinetto o di fonte è buonissima, freschissima e potete berla davvero ovunque. Ultima annotazione per la questione approvvigionamento sono gli orari dei supermercati: dimenticatevi di fare la spesa a fine giornata, come accade nella maggior parte delle vacanze organizzate. Gli orari degli esercizi commerciali sono ridotti rispetto ai nostri e per nulla elastici: Bonus chiude alle 18, Netto (altra catena di supermercati) può essere miracolosamente aperto fino alle 19, ma solo nei centri abitati più grandi, quindi fate attenzione! Non parliamo di alcune bakery, aperte addirittura dalle 10 alle 17! Pranzare o cenare nei ristoranti costa davvero parecchio. Alcuni esempi? Un menu dell’equivalente islandese di Mc Donald’s costa 20 euro, una pizza marinara 23 euro, oppure un piatto principale con contorno al ristorante intorno ai 35 euro a porzione!

ITINERARI. Arriviamo finalmente all’organizzazione della tabella di marcia. Il nostro itinerario è durato poco più di due settimane, abbiamo percorso tutta la Ring Road (strada 1, la principale che fa il giro dell’isola) in senso antiorario e ci siamo addentrati verso il centro, senza perderci la parte dei fiordi nord occidentali che, credeteci, meritano le ore e ore trascorse in auto. A questo aggiungiamo due cose: i nostri ritmi sono piuttosto serrati e le giornate programmate in modo fitto, il che unito alle tante ore di luce estive (nel nostro periodo solo tre ore effettive di buio!) ci hanno permesso di sforare e visitare più di quanto avremmo immaginato! Un altro itinerario molto gettonato, del quale parleremo in un articolo a parte, è di una settimana, partendo da Reykjavik sempre in senso antiorario, fino a Hofn e ritorno al punto di partenza. In questo caso, se avete solo una settimana di ferie, non preoccupatevi: la maggior parte delle attrazioni turistiche si trovano proprio in questo segmento, quindi resterete comunque soddisfatti. I fiordi nord occidentali che tanto ci sono piaciuti invece richiedono almeno 3 giorni (più il tempo degli spostamenti) per poter essere sommariamente esplorati, quindi vanno fatte delle scelte a monte in base al numero dei giorni disponibili. Tenete presente che il limite massimo di velocità è 90km/h ovunque (dateci retta, rispettateli, perche le multe abbiamo sentito essere dei salassi!), quindi ogni lungo spostamento va calcolato bene. Trovate qui il dettaglio del nostro itinerario.

ABBIGLIAMENTO. Passiamo alla questione “cosa mettere in valigia“. Seppur estate, si sta comunque parlando di paesi dell’estremo nord, dove in giornate soleggiate si toccano i 20 gradi, ma in quelle nuvolose, o banalmente al mattino presto, occorrono felpa e kway. I cambiamenti meteo sono repentini e improvvisi, a volte basta scavallare la montagna per cambiare scenario, insomma, l’abbigliamento tecnico a strati è l’ideale. Un kway e dei pantaloni impermeabili, così come degli scarponcini impermeabili e adatti al trekking sono dei must have della vacanza! Serve una cuffia, per le giornate di escursione ai ghiacciai, un micropile e un costume da bagno. Sì, avete capito bene. L’isola è piena di hot pottur, pozze di acqua termale calda naturali, dove potersi immergere, nella maggior parte dei casi in modo gratuito. Quindi non solo la tanto pubblicizzata Blue Lagoon (che a nostro avviso è la copia islandese della nostra QC Terme!), ma soprattutto piscine naturali immerse nel nulla.

VOLI. Trattiamo infine della scelta della compagnia aerea: noi abbiamo volato con la combo Sas/ Icelandair, che abbiamo trovato molto puntuale e competitiva a livello di prezzo. Lo scalo è stato a Copenaghen e l’acquisto è stato fatto sul sito della compagnia Sas airlines. Rispetto ad una low cost, per la quale il risparmio sarebbe stato annullato dall’aggiunta bagaglio, posto ecc…, la differenza è stata pari a zero.

ASSICURAZIONE SANITARIA. Ultimo argomento di questo lungo elenco è l’assicurazione sanitaria. Di norma, per stare tranquilli mentre si è all’estero, va fatta; a maggior ragione di questi tempi. Noi abbiamo trovato conveniente quella di Columbus questa volta, con buone coperture legate alla questione Covid19.

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