Chi l’ha detto che la montagna in inverno è solo per gli sciatori? Da assidui camminatori (e poco pratici di sci e altri marchingegni spaccarotule eheheh!) abbiamo provato due percorsi sulla neve nello scenario spettacolare delle Dolomiti. Se anche voi siete amanti delle camminate in mezzo alla natura, allora non c’è stagione che tenga: gli itinerari che seguono sono sicuri e non necessitano di attrezzatura particolare. Non occorrono rampini, nè competenze e allenamenti particolari: bacchette e ciaspole opzionali, in quanto i sentieri sono tutti di neve battuta, mentre è obbligatorio un abbigliamento termico tecnico-impermeabile, degli scarponcini da neve e una borraccia termica, (ovviamente questo vale in caso di meteo stabile e non in caso di maltempo/neve). Siete pronti?
La prima camminata che abbiamo scelto è quella che segna la linea di confine tra Val di Funes e Val Gardena, fino al rifugio delle Odle. Il Parco nazionale Puez-Odle e la catena delle Odle in particolare sono diventate ormai il simbolo della Val di Funes, per il loro profilo frastagliato inconfondibile e per lo spettacolo a cui si può assistere, una volta raggiunto il rifugio, comodamente seduti su poltrone a cielo aperto! Il parcheggio di riferimento, dove lasciare l’auto è quello di Malga Zannes, al costo di 8 euro giornaliero. Si possono poi scegliere vari percorsi, a seconda che siate sciatori, “ciaspolatori”, camminatori seriali o occasionali. Tutti i percorsi combinati da seguire sono indicati molto chiaramente sulle mappe all’ingresso dei sentieri, quindi è quasi impossibile sbagliarsi. Noi abbiamo scelto il percorso sul sentiero Adolf Munkel, imboccando il sentiero 6, proseguendo sul 35 e ritornando dal 36: la durata è di circa un’ora e mezza all’andata e poco meno al ritorno (vi spiegheremo dopo perché…).
Il dislivello è di 400 metri e partendo da un’altitudine di 1694 metri, si superano di poco i 2000 al punto di arrivo. Lo scenario in cui ci si immerge durante questa passeggiata è surreale: pini imbiancati dalla neve e laghetti ghiacciati, il silenzio intorno è disturbato solo dal vento e dai vostri passi. Davvero un posto meraviglioso dove poter staccare la spina! La sorpresa nello scorgere il rifugio al termine della camminata è garantita: una baita in legno, dei tavoli con bar e tavola calda (orari di apertura dalle 10 alle 17, ma consultate sempre il sito ufficiale del parco!) e, poco più in alto, delle sedie – sdraio in legno dove poter sostare e ammirare lo spettacolo delle montagne.
Ammettiamo di essere stati molto fortunati con una giornata di sole e cielo terso in pieno gennaio, ma crediamo sia impossibile non rimanere a bocca aperta davanti a tanta bellezza in ogni situazione metereologica possibile! Per tornare abbiamo imboccato il sentiero 36, per cambiare strada, ma soprattutto perché permette di tornare al parcheggio esclusivamente in discesa….insomma una pacchia! Il tutto per una distanza di circa 10 km tra andata e ritorno. Ci ritorneremo sicuramente anche in estate, per ammirare questo panorama in versione verdeggiante!
La seconda camminata in Trentino che abbiamo scelto di fare è stata quella che conduce alla famosa Baita Segantini, ai piedi delle Pale di San Martino. La baita, temporaneamente chiusa, è stata costruita nel 1936 e si trova ad un’altitudine di 2200 metri. Il percorso per arrivarci è un pochino più lungo e impegnativo del precedente, ma anche in questo caso, non occorre attrezzatura particolare in caso di meteo favorevole per poterlo portare a termine. Premettiamo che il percorso per arrivarci è diverso a seconda che si parta da Passo Rolle, oppure, come abbiamo fatto noi, dal parcheggio di Val Venegia al Pian dei Casoni. Questo parcheggio è piccolino e ha un numero davvero limitato di posti, tanto da costringere numerosi visitatori a parcheggiare lungo la strada; in inverno, a differenza che in estate, non è previsto il pagamento di un ticket giornaliero.
La partenza è ad un’altitudine di 1700 metri e l’arrivo a 2200 metri, il percorso è di circa 14 km andata e ritorno, sullo stesso sentiero stavolta: l’andata è un po’ più impegnativa, essendo a tratti in salita, mentre il ritorno in discesa è più rapido; il dislivello in questo caso è di circa 500 metri. Il percorso dura circa tre ore in totale, comprensive di sosta in cima e qualche sosta per fare le foto o rifocillarsi. Poco dopo l’imbocco dell’unico sentiero percorribile si trova la Malga Venegia, un rifugio che noi abbiamo sfruttato per una merenda finale, per recuperare le energie della nostra camminata e per assaggiare un’ottima fetta di strudel con un the caldo. Sul percorso invece, percorrendo tutta la strada forestale, si incontra la Malga Venegiota, un punto panoramico da cui ammirare la cima del Monte Mulaz, la cima della Vezzana e il Cimon della Pala, tra le più famose delle Dolomiti. Da qui le cose si fanno serie: si alternano tratti pianeggianti a salite ricorrenti, ma il panorama e il silenzio circostante ripagano ogni sforzo fatto.
Una volta raggiunta la Baita Segantini non avrete più fiato: in parte per l’ultimo tratto di cammino, in parte per la vista spettacolare delle Pale di San Martino davanti ai vostri occhi. Anche qui la fortuna di trovare una giornata di sole ci ha permesso di godere appieno dei colori e delle sfumature dorate del sole sulle cime innevate: pennellate di oro rosa su fondo grigio e bianco, una meraviglia che è davvero un peccato dover salutare di lì a poco! Nonostante i diversi cartelli presenti sul percorso, non possiamo non segnalare che tante persone non conducono i loro amici a quattro zampe al guinzaglio: vero è che anche loro hanno bisogno di sfogarsi e correre immersi nella natura, ma visti i numerosi sciatori di fondo che attraversano i sentieri in discesa, sarebbe meglio attenersi sempre alle regole per il rispetto di tutti. Stesso discorso vale per gli sciatori che a volte scendono un po’ troppo velocemente a slalom tra camminatori e slittini … insomma state sempre con gli occhi aperti nei tratti più trafficati!
Specifichiamo e raccomandiamo, a scanso di equivoci, di verificare sempre in tempo reale le condizioni metereologiche della giornata in cui decidete di fare l’escursione, le condizioni di sicurezza e della neve, in quanto variabili e non certo prevedibili consultando semplicemente dei blog di viaggi come il nostro: con la montagna, si sa, non si scherza!
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