Nella gran parte dei tour che vi verranno proposti per viaggi di nozze, on the road o itinerari dei parchi statunitensi, difficilmente troverete inserito Yellowstone per due ordini di motivi: rispetto ai classici giri della west coast questo parco è nettamente fuori mano e dista circa 500 miglia da Moab o dal Bryce Canyon; in secondo luogo si pensa erroneamente che dopo il pienone tra Yosemite, Sequoia, Bryce, Grand Canyon, annessi e connessi, non valga la pena spingersi fino al Wyoming per visitare l’ennesimo parco. Yellowstone si estende per circa 9mila km quadrati, sconfinando nell’Idaho e Montana e, lasciatevelo dire, ripaga ogni singolo miglio percorso per arrivarci. Le rocce gialle a causa dei numerosissimi fenomeni vulcanici attivi e dello zolfo ivi presente danno il nome a quello che a mio avviso è il parco più bello degli Stati Uniti. Dovrete dedicare qualche giorno alla visita, poichè viste le dimensioni e la quantità di meraviglie offerte, un mordi e fuggi non è assolutamente sufficiente nè consigliato. Approposito, se e’ la vostra prima volta negli USA, vi lascio a questo link qualche consiglio utile per affrontare il viaggio.

Ho inserito Yellowstone in un mio itinerario della West Coast arrivando da Moab appunto, seguendo la strada US 6E, in direzione Jackson e attraversando il Grand Teton (sia quest’ultimo parco che la città di Jackson meritano un capitolo a parte). Per prima cosa sappiate che l’ingresso è incluso nella tessera parchi a validità annuale (alla quale rimandiamo https://www.nps.gov/planyourvisit/passes.htm ) al costo di $ 80,00, in caso contrario vi costerà 35 USD (costo per veicolo). Sulla mappa che vi verrà consegnata all’ingresso segnatevi bene i punti di ristoro, i distributori e utilità primarie, poichè a causa della ricca fauna presente, non ce ne sono ovunque. Al visitor centre comunque troverete tutte le info del caso. Ultima annotazione, ma non di poco conto, se decidete di portarvi un pranzo al sacco o mangiare dei panini nelle picnic areas, imbustate tutto quanto e gettate negli appositi bidoni, senza lasciare tracce di cibo, nè tantomento abbandonare i panini in auto: gli orsi ne sarebbero attratti di sicuro.

Varcato l’ingresso South Entrance, il percorso che vi consiglio forma una sorta di “8” dove troverete concentrati i siti più interessanti: dirigendosi verso West Thumb fermatevi subito ad ammirare la Black Pool e la Abyss Pool, sorgenti di acqua calda in ebollizione che, credetemi vi lasceranno a bocca aperta. Vi verrà voglia di tuffarvi in queste piscine per la limpidità e le sfumature turchesi: ovviamente non fatelo!

Seguendo la 191 in direzione West Yellowstone ci dirigiamo verso una delle maggiori attrazioni del parco: l‘Old Faithful, forse il geyser più famoso al mondo, con eruzioni che raggiungono i 50 metri. Al visitor centre potrete trovare schedulati gli orari delle eruzioni, cosa che inizialmente mi ha lasciato perplesso; ebbene sì, mi è stato spiegato che esiste una relazione matematica tra la durata e l’intervallo temporale tra le eruzioni. Le sue eruzioni durano dal minuto e mezzo fino ai cinque minuti a intervalli di 65-92 minuti e pertanto è possibile prevedere gli orari, con margini di errore di circa 10 minuti, durante il corso della giornata.

Molto suggestivo è anche il trail da fare a piedi nei paraggi dell’Old Faithful arrivando sino alla Morning Glory Pool. Il percorso tra altri geyser minori, dove a volte sentirete la terra battere sotto i vostri piedi per l’attività vulcanica in pieno corso, dura circa 40 minuti, ma ne varrà la pena visti i colori della sorgente in ebollizione, che vanno da giallo canarino al verde smeraldo.

Nel tragitto che vi separa dalle tappe successive, o la sera mentre rientrate nei lodge, ricordatevi di guidare a velocità moderata tra le lunghe e pittoresche strade immerse tra i pini per godere dello spettacolo e, se siete particolarmente fortunati, incontrare una delle tante specie faunistiche presenti nel parco. I bisonti sono i più facili da vedere, ma anche i più gettonati, accanto agli orsi e ai lupi.

Se volete risparmiare sull’alloggio, che, si sa, all’interno del parco è nettamente più caro, potete optare per le cittadine appena fuori, caratteristiche e certamente più abbordabili. Certo è che l’esperienza del pernottamento all’interno del parco è unica nella vita, quindi valutate in base alle vostre tasche! Io ho scelto West Yellowstone, proprio alla West Entrance (mezzo chilometro dall’uscita del parco), dove ho trovato ampia scelta tra alloggi a buon prezzo, ristorantini e fast food a buon mercato e, ahimè, un sacco di gift shops dove perdervi dopo cena! Questo espediente vi permetterà di rientrare la mattina seguente senza allontanarvi troppo dal parco e risparmiando qualche soldino. La mattina seguente, riempiti in città il serbatoio e la borsa frigo per gli spuntini della giornata, mi dirigo verso il manifesto di Yellowstone, il Grand Prismatic Spring! La scelta di suddividere così l’itinerario è stata dettata dal fatto che l’attrazione principale è meno caotica al mattino presto e, approfittando dell’apertura dei gates del parco 24/h su 24, ci siamo diretti lì di buon mattino. Lo spettacolo a cui asssiterete è davvero sopra ogni aspettativa, soprattutto i colori accesi e brillanti di questa sorgente, tra le più grandi al mondo. Essa prende il nome dalle sfaccettature del prisma ottico: rosso, arancio, giallo, verde e blu. Per delle foto da cartolina (come quella che vi posto sotto) dovrete parcheggiare al Fairy Falls Trail Parking e dirigervi verso il Grand Prismatic Overlook, una sorta di collinetta e punto panoramico. Successivamente scendete per percorrere la passatoia che costeggia la piscina più grande d’America. Prendetevi il vostro tempo, perchè difficilmente si presenterà uno spettacolo simile davanti ai vostri occhi.

La strada che conduce alla Canyon Area passa dal Norris Geyser Basin, dove varrà la pena fermarsi: lo Steamboat, il più alto geyser al mondo, si trova qui, tra altri geysers attivi e non. Ciò che personalmente mi ha colpito è il battito e continuo borbottio della terra sotto i vostri piedi, causato dal vapore e dalla continua attività sotterranea. La tranquillità e l’immersione nella natura saranno garantiti perchè questa è zona meno battuta dai turisti.

Anche Yellowstone ha il suo Grand Canyon, che a differenza dell’omonimo in Arizona, è meno vasto e ricco di cascate: le Upper e le Lower Falls. Su entrambi i versanti ci sono moltissimi trails interessanti, noi abbiamo scelto quello che portava all’Upper Falls View Point (uno dei classici). Le Lower Falls raggiungono i 93 metri, 60 in più delle Upper ed impressionano per l’assordante quantità d’acqua portata!

Consumato un picnic in una delle tante aree di sosta, vi consiglio di dirigervi verso la Lamar Valley, conosciuta come la zona dei lupi, ma dove in realtà gli animali più facili da vedere sono i bisonti. Non vi stupite se sarete costretti a fermarvi per uno o più esemplari in mezzo alla carreggiata (vedi sotto!!!). Inutile dire che come tutti gli altri animali vanno rispettati e non stuzzicati, quindi spegnete il motore e state a guardare!

Il mio tour prevedeva l’uscita dal parco dalla North Entrance, per cui l’ultimo punto di interesse di strada per noi è stato quello del Mammoth Hot Springs. Le Travertine Terraces sono un vero spettacolo: formatesi grazie allo scioglimento del calcare ed al suo deposito sul fondo con conseguente formazione di uno strato di travertino, queste terrazze sono in continua evoluzione e assumono colorazioni straordinarie. Ci sono due trails differenti per visitare le Upper e le Lower, sempre percorrendo le caratteristiche passerelle in legno che le attraversano. Per arrivare alle Terraces dovrete parcheggiare, pazientando un po’ causa folla di turisti, nell’area adiacente l’hotel. Anche il bar dove bere un caffè caldo è sempre affollatissimo, quindi armatevi di calma!

Vi lascio infine una chicca, prima di “uscire” dal parco, precisando che ho descritto solo una parte delle tante meraviglie di Yellowstone e che ognuno di voi potrà costruire il proprio percorso in base ai giorni a disposizione: sulla strada che dalle Terraces porta a Gardiner, dopo circa due miglia, troverete il Boiling River. Un fiume di acqua termale che per un tratto è balneabile e assolutamente gratuito. Potrete provare l’esperienza di queste terme naturali proprio prima di uscire dal parco dei parchi.

Cosa mettere in valigia: zaino capiente, scarpe da trekking o comunque comode, giubbino antivento e felpa, cappellino, pantaloni tecnici a doppia lunghezza, a causa delle temperature variabili e spray antiorso per le emergenze (acquistabile in loco) .

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